Ci eravamo lasciati col favoloso mondo delle piccole reginette di bellezza.
E storpiando un po' un famoso libro della
Alcott, potremmo dire “Piccole miss
crescono”.
-Come?
-Così!
Questo è il mondo di Miss
Venezuela, concorso talmente importante che
viene riportato all'interno delle attività tradizionali culturali
caratteristiche di questo paese. Si parla di una vera e propria
fabbrica delle Miss,
un'industria diventata pure
materia di studio in certe Università.
Il patron di 'Miss
Venezuela', il signor Osmel
Sousa,
è riuscito a trasformare un concorso frivolo in un movimento
di massa e di capitale, un
business dove banche concedono prestiti e mutui speciali. Se in
Italia non si aspetta altro che la partita dell'Italia ai Mondiali,
in Venezuela il patriottismo si spende con il corpo delle
connazionali e il concorso Miss Venezuela é uno dei programmi
televisi piú seguiti in funzione del successivo Miss Universo.
Tante
partecipanti a questo concorso sono sbarcate nel nostro paese in
cerca di fortuna e, chissà come mai, l'hanno trovata subito in
proposte di calendari sensuali adatti alle loro stupende misure
artefatte. Tre nomi su tanti sono Aida
Yespica,
Ainett Stephens e Jennifer Rodriguez,
tutte conosciute nel nostro mondo patinato e anche in quello della
chirurgia estetica.
La
Rodriguez, ad esempio, intervistata qualche anno fa da Daria
Bignardi
alle Invasioni
Barbariche, si confessa dicendo che tutte le partecipanti durante il concorso si
sottoponevano a vari interventi di correzione, vivamente “consigliati”
per evitare di veder ridotte le probabilità di vittoria.
Il tema tocca anche la politica, soprattutto il Presidente Hugo Chavez che lo ricordiamo esclamare: “Fumo, alcol e seni finti! Sono queste le piaghe del paese”, scagliandosi contro un modello sociale di donna che spinge le proprie connazionali a "rifarsi" per risolvere le proprie infelicità, sempre e comunque, anche durante la pausa pranzo ( il cosidetto "brunchlift"- non è una mia invenzione, esiste davvero!)
Effettivamente il socialista non sbaglia molto affermando, con una citazione di ispirazione marxista, che “il silicone è il nuovo oppio dei popoli”.
Espressione di uno dei problemi più preoccupanti del nuovo millennio, i disturbi narcisistici e le nevrosi non sono più affrontate dallo psicologo, bensì dal chirurgo; non sono espiantate dall'interno ma solo stuccate fittiziamente dall'esterno.
Il tema tocca anche la politica, soprattutto il Presidente Hugo Chavez che lo ricordiamo esclamare: “Fumo, alcol e seni finti! Sono queste le piaghe del paese”, scagliandosi contro un modello sociale di donna che spinge le proprie connazionali a "rifarsi" per risolvere le proprie infelicità, sempre e comunque, anche durante la pausa pranzo ( il cosidetto "brunchlift"- non è una mia invenzione, esiste davvero!)
Effettivamente il socialista non sbaglia molto affermando, con una citazione di ispirazione marxista, che “il silicone è il nuovo oppio dei popoli”.
Espressione di uno dei problemi più preoccupanti del nuovo millennio, i disturbi narcisistici e le nevrosi non sono più affrontate dallo psicologo, bensì dal chirurgo; non sono espiantate dall'interno ma solo stuccate fittiziamente dall'esterno.
Il
giornalista
Gennaro Carotenuto
espone un'interessante valutazione sull'argomento, soprattutto sulla chirurgia
plastica al naso,
anch'essa una forma di disagio, soprattutto giovanile, a causa del quale le quindicenni
decidono di affinare, di sbiancare il naso, per eliminarne i tratti meticci,
per assomigliare di più ad una razza che non è nè caucasica nè europea, perchè semplicemente non esiste, quella delle soubrette.
Non hanno ancora capito che, piuttosto che le pechugas, sarebbe ora di “rifarsi il senno”.
Non hanno ancora capito che, piuttosto che le pechugas, sarebbe ora di “rifarsi il senno”.
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