Ma non voglio parlare della solita questione dello sfruttamento della figura femminile nel mondo patinato, che resta di mio interesse, ma che è stato egregiamente trattato in tutti i suoi riflessi da esperti e anche sotto forma di documentari (vedi Il corpo delle donne e Miss Representation).
Oggi mi piacerebbe fornire un punto di vista diverso. Il punto di vista di una magra non per scelta.
Proveniente da una famiglia di "filiformi", la mia forma fisica si è sempre mantenuta esile. Considerata una fortuna per la maggior parte delle mie amiche, io non le ho mai prestato tanta attenzione, così come non presti attenzione ai centimetri in più dei capelli o di un'unghia della mano più corta dell'altra.
Tu mi dirai "Vabè dici questo perchè hai la fortuna di essere così DI COSTITUZIONE!"
Se avessi avuto 1 euro per tutte le volte in cui mi sono sentita dire questa frase...
Ciò che preoccupa, infatti, è l'ottica da cui si parte, che dà per scontato che la magrezza sia uno status "presuntivamente giusto" e, per tal motivo, da ricercare e ottenere.
Da qui discorsi e considerazioni omogeneizzanti che, se vengono condannati perchè contro ragazze in carne, si spendono a iosa invece per quelle esili. Ad esempio, perchè la generalizzazione nel dire "magre" non è considerato imbarazzante o indelicato come quella nei confronti delle "grasse"?
Riprendo, a tal proposito, come spunto un'affermazione di una mia "following" di Twitter (che in quanto tale cattura positivamente e spesso la mia attenzione) la quale, con la buona fede e la giusta leggerezza del caso, twitta : "Alle magre stanno bene anche le maglie sporche#ingiustizie".
La frase, presa a sè, strappa un sorriso e nulla più, per cui la mia riflessione non nasce da questo ma da tanti altri episodi incontrati negli anni.
Il fatto di considerare "la magra" come soggetto impeccabile che, grazie alla sua esilità, riesce a far passare in secondo piano qualsiasi palese difetto, come una maglietta sporca o bucata, costituisce, a mio parere, un pensiero non solo erroneo ma anche fuorviante, soprattutto se accompagnato dalla convinzione che le magre sono quel "fascio d'erba" che causa ingiustizie del genere.
Riprendo, a tal proposito, come spunto un'affermazione di una mia "following" di Twitter (che in quanto tale cattura positivamente e spesso la mia attenzione) la quale, con la buona fede e la giusta leggerezza del caso, twitta : "Alle magre stanno bene anche le maglie sporche
La frase, presa a sè, strappa un sorriso e nulla più, per cui la mia riflessione non nasce da questo ma da tanti altri episodi incontrati negli anni.
Il fatto di considerare "la magra" come soggetto impeccabile che, grazie alla sua esilità, riesce a far passare in secondo piano qualsiasi palese difetto, come una maglietta sporca o bucata, costituisce, a mio parere, un pensiero non solo erroneo ma anche fuorviante, soprattutto se accompagnato dalla convinzione che le magre sono quel "fascio d'erba" che causa ingiustizie del genere.
Spesso, proprio per quei pregiudizi e per quella sottovalutata mancanza di "sensibilità" nei confronti dei magri, non ci si rende conto che una corporatura esile, così come una abbondante, a volte possa esser frutto anche di disfunzioni fisiche, allergie o intolleranze, lontane dal cattivo mondo dei disturbi alimentari.
La mia personale condizione fisica, ad esempio,è dovuta non solo ad un metabolismo da Formula 1 (che mi porta a mangiare, al contrario di quanto si possa giudicare, almeno 6 volte al giorno), ma anche ad un'irritabilità intestinale e ad un'intolleranza al lattosio che di certo non mi permettono grandi sfizi.
Ho uno stomaco più sensibile dei miei occhi alla vista di una puntata di Grey's Anatomy, e di un neonato che inizia a mettere i primi dentini. Raccapricciante vero?
Ad ogni modo, il web è oramai un enorme contenitore di post, link e relativi commenti, dove si esorta il mondo femminile a tenere giustamente le proprie curve. Il problema sorge quando si aggiunge il termine di paragone, LE magre, QUELLE magre, le quali, giusto per rafforzare il motto dell'accettarsi così come si è, vengono apostrafate come "grissini", "manici di scopa", "stuzzicadenti" e quant'altro. Antagoniste inconsapevoli di un film da loro neanche contemplato.
Una delle più divertenti? "Almeno il mio ragazzo ha qualcosa da toccare."
Qui non solo si riduce tutto, come al solito, ad una questione di piacere agli altri e non a sé stessi, ma oltretutto si fa finta di accettare se stessi solo andando contro qualcunaltro.
L'esempio lampante si ha con la nascita di programmi come Grassicontromagri di Sky, che mi riservo di non commentare; o di slogan (poco efficaci a mio avviso) come "Ciao magre", sempre a rappresentare la banale dicotomia magre-grasse, volta quasi a demonizzare il magro come malato.
Ma avete mai pensato al punto di vista di una magra? Esser magri significa, in alcuni casi, sentirsi dire di continuo in maniera commiserevole "Ma sei sicura di mangiare? Ma ti sei messa a dieta? Ma vuoi fare la modella?"
La mia personale condizione fisica, ad esempio,è dovuta non solo ad un metabolismo da Formula 1 (che mi porta a mangiare, al contrario di quanto si possa giudicare, almeno 6 volte al giorno), ma anche ad un'irritabilità intestinale e ad un'intolleranza al lattosio che di certo non mi permettono grandi sfizi.
Ho uno stomaco più sensibile dei miei occhi alla vista di una puntata di Grey's Anatomy, e di un neonato che inizia a mettere i primi dentini. Raccapricciante vero?
Ad ogni modo, il web è oramai un enorme contenitore di post, link e relativi commenti, dove si esorta il mondo femminile a tenere giustamente le proprie curve. Il problema sorge quando si aggiunge il termine di paragone, LE magre, QUELLE magre, le quali, giusto per rafforzare il motto dell'accettarsi così come si è, vengono apostrafate come "grissini", "manici di scopa", "stuzzicadenti" e quant'altro. Antagoniste inconsapevoli di un film da loro neanche contemplato.
Una delle più divertenti? "Almeno il mio ragazzo ha qualcosa da toccare."
Qui non solo si riduce tutto, come al solito, ad una questione di piacere agli altri e non a sé stessi, ma oltretutto si fa finta di accettare se stessi solo andando contro qualcunaltro.
L'esempio lampante si ha con la nascita di programmi come Grassicontromagri di Sky, che mi riservo di non commentare; o di slogan (poco efficaci a mio avviso) come "Ciao magre", sempre a rappresentare la banale dicotomia magre-grasse, volta quasi a demonizzare il magro come malato.
Ma avete mai pensato al punto di vista di una magra? Esser magri significa, in alcuni casi, sentirsi dire di continuo in maniera commiserevole "Ma sei sicura di mangiare? Ma ti sei messa a dieta? Ma vuoi fare la modella?"
Ora, per quale motivo, se ho una corporatura esile, devo venire considerata come una con disturbi alimentari e aspirazioni da modella? Non è questo stesso un pregiudizio? Poi in terra sicula...
Una volta, al liceo, nel bagno delle fanciulle, una ragazza che non conoscevo mi chiese se vomitavo per essere così magra. Non capii se volesse ferirmi o avesse bisogno di un consiglio. Io, ad ogni modo, me la risi di gusto.
E sbagliate a credere che sia solo una domanda da giovinette sciocche, perchè mi accadde la stessa cosa qualche anno fa, ad un rifornimento di benzina. La gentil confidenza della gente non ha mai fine.
Ora, perchè non sentiamo, allo stesso modo, frasi del tipo Ma sei sicura di mangiar poco? Ma perchè non ti metti a dieta?
Una volta, al liceo, nel bagno delle fanciulle, una ragazza che non conoscevo mi chiese se vomitavo per essere così magra. Non capii se volesse ferirmi o avesse bisogno di un consiglio. Io, ad ogni modo, me la risi di gusto.
E sbagliate a credere che sia solo una domanda da giovinette sciocche, perchè mi accadde la stessa cosa qualche anno fa, ad un rifornimento di benzina. La gentil confidenza della gente non ha mai fine.
Ora, perchè non sentiamo, allo stesso modo, frasi del tipo Ma sei sicura di mangiar poco? Ma perchè non ti metti a dieta?
E' ovvio che certe esclamazioni farebbero di te una persona insensibile e inopportuna. Ma perchè nel caso inverso, il caso di una magra, non c'è pudore nell'invadere il campo intimo di una persona e della sua nutrizione quotidiana, che anzi diventa alla portata di tutti, alla portata di chiunque abbia voglia di vestire i panni da psicologo o da buon samaritano?
Il punto è che ormai, purtroppo, i media, il mondo, la "cultura" odierna, ci hanno insegnato questo: il modello normale, ordinario, e quindi giusto, è quello taglia 40-42, al di là di come lo si ottiene. Esserci dentro equivale ad essere una "fortunata" e, per tal motivo, una mancanza di delicatezza o bonton altrui è sempre perdonabile.
Sarò anche una magra atipica e forse, una vita fa, ero incarnata nel corpo di Queen Latifah, ma, per quanto mi riguarda, posso dire che:
1: Devo prendere delle pillole noiose e fastidiose per digerire un elemento come il lattosio, semplice e onnipresente. Ogni chilo preso è un giorno di festeggiamento.
2: Se avessi potuto, avrei sostituito molto volentieri la sindrome da "fame nervosa" per la sindrome a causa della quale, per un filo di nervi, puoi usare il tuo stomaco come arpa di un'orchestra sinfonica.
3: In questo modo avrei potuto benissimo usare tutti i soldi spesi tra i vari medici e medicinali, per comprare orgogliosamente tonnellate di cioccolato fondente.
4: Allo stesso modo avrei potuto urlare "Grasso è bello" con la stessa convinzione con cui lo credo adesso, ma senza essere guardata come una che sa di vincere facile.
5: And last but not least, il mio ragazzo è così creativo che, alla fine, non si sa come, qualcosa da toccare la trova.
Il punto è che ormai, purtroppo, i media, il mondo, la "cultura" odierna, ci hanno insegnato questo: il modello normale, ordinario, e quindi giusto, è quello taglia 40-42, al di là di come lo si ottiene. Esserci dentro equivale ad essere una "fortunata" e, per tal motivo, una mancanza di delicatezza o bonton altrui è sempre perdonabile.
Sarò anche una magra atipica e forse, una vita fa, ero incarnata nel corpo di Queen Latifah, ma, per quanto mi riguarda, posso dire che:
1: Devo prendere delle pillole noiose e fastidiose per digerire un elemento come il lattosio, semplice e onnipresente. Ogni chilo preso è un giorno di festeggiamento.
2: Se avessi potuto, avrei sostituito molto volentieri la sindrome da "fame nervosa" per la sindrome a causa della quale, per un filo di nervi, puoi usare il tuo stomaco come arpa di un'orchestra sinfonica.
3: In questo modo avrei potuto benissimo usare tutti i soldi spesi tra i vari medici e medicinali, per comprare orgogliosamente tonnellate di cioccolato fondente.
4: Allo stesso modo avrei potuto urlare "Grasso è bello" con la stessa convinzione con cui lo credo adesso, ma senza essere guardata come una che sa di vincere facile.
5: And last but not least, il mio ragazzo è così creativo che, alla fine, non si sa come, qualcosa da toccare la trova.