Alla vigilia della fatidica festa, ci ritroviamo le città tapezzate di volantini e locandine; i socialnetworks intasati di eventi, dove gli organizzatori lottano ad avere la maggior clientela femminile (e quindi anche quella maschile) tra offerte di spogliarelli e cocktail a più non posso.
Come si sia arrivati a questo fenomeno, dalle lotte di genere, è abbastanza facile capirlo.
L'offerta è così vasta perchè la domanda lo è altrettanto.
Ecco come l'Italia vede e sente l'otto marzo 2013:
Se si pensa che il problema siano i locali e le discoteche di turno che propongono, non solo la solita stupida festa, ma anche una locandina degna della stessa, ci sbagliamo.
Il problema di fondo è che questo locale (come tanti altri), conosciuto nella sua città per "iniziative" del genere e attenzionato anche da organi competenti come la CGIL, è già al completo.
E le sue ospiti hanno espresso bene la loro posizione:
Le frasi si commentano da sole.
Quello che è importante capire è che purtroppo i movimenti, le associazioni, le iniziative di contestazione al femminicidio, ad oggi non rappresentano altro che un'eccezione, una boccata di aria fresca, ma pur sempre una eccezione.
Il Paese reale e il Paese ideale soffrono di un gap profondo, che si può quantificare, anche solo nel caso specifico, nel numero di commenti in difesa dell'immagine.
I media, la televisione e la politica che non difende le donne - che non pone nei suoi programmi elettorali il problema della violenza sulle donne e che fa "panem et circenses" nei salotti televisivi o al massimo con leggi inefficaci e per nulla deterrenti (vedi lo stalking) - rappresentano la vera società.
Chi sia il creatore e chi la creatura, questo è un tema lungo da trattare.
Sta di fatto che esistono ancora persone, donne, che:
- vedono in quella locandina una coppia e non un incontro occasionale ( PRODOTTO pubblicizzato e venduto in quella serata);
- che vedono in quella figura femminile una donna sicura di sè e non un corpo che non dice nulla della sua vita;
- che vedono ancora in quella figura una donna di potere - forse per rossetto e unghia in pendant e collier di diamanti - e non una ragazza a capo chino e con gli occhi chiusi, segno di soggezione e attesa;
- che vedono nel ragazzo l'uomo che non deve chiedere mai (proprio come il loro marito o fidanzato), distratto e con lo sguardo altrove - perchè lui non ha gli occhi chiusi - ma anzi è ben attento a trattenere ciò che ha conquistato (messo ben in vista da una spalmata d'olio);
- che vedono in quella "palpata" un gesto di affetto sensuale e non un reato, ora derubricato da violenza sessuale ad ingiuria (per i motivi di cui sopra).
Occorre allora ricordarlo.
La prima causa di morte nel mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio (da parte di persone conosciute).
Si è passati da un omicidio ogni tre giorni registrato nel 2011, a uno ogni due giorni nel 2012.
Su 10 femmicidi, 8 sono in media preceduti da altre forme di violenza nelle relazioni di intimità.
La Giornata Internazionale della Donna (poi volgarmente chiamata festa della donna) è segno di conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne.
Non nasce per far sentire la donna più desiderata o più sicura a letto, ma per porre fine alle violenze e le discriminazioni perpetuate in tutti i tessuti della società, e per questo è decisiva anche (e soprattutto) la consapevolezza e partecipazione maschile.
Qui alcune immagini significative, recenti e di conforto del Women Day in Europa e nel mondo: