La lettera nasce in reazione alla alquanto insoddisfacente risposta dello IAP relativamente alla nuova pubblicità di Patrizia Pepe.
Spett. Iap,
avete replicato ad alcune nostre segnalazioni del video sessista di Patrizia Pepe “Woman” affermando che per voi è accettabile e non da censurare.
Ci domandiamo se forse, mentre lo guardavate, non avete fatto caso alla sequela di messaggi in stile Anni ’50 che contiene. Avete letto i sottotitoli, che dicono:Posso lucidare questa casa/e farla splendere come una monetina/ nutrire un figlio/ oliare l’auto/ e incipriarmi il naso/allo stesso tempo.
Vestirmi a punto/ fare le 4 del mattino/e poi addormentarmi alle 5/alzarmi alle 6/ e ricominciare da capo. Perché sono una donna/ ricordatelo.
Se sei malato/ti farò stare bene/ se ti senti maledetto/spezzerò l’incantesimo
Se sei affamato/ti prenderò per la gola/ Se è l’amore che cerchi/ ti bacerò/ fino a farti tremare.
Dunque: pulire, farsi bella, essere stoica, curare, rassicurare, nutrire, offrire sesso ma SOLO se è l’amore che lui cerca. E se un giorno questa donna avesse, che so, l’influenza, andrebbe bene che l’uomo si arrabbiasse con lei per non essere al suo completo servizio come gli altri giorni? Brrr.
Tornando al contenuto del video, per la Pepe essere in quel modo significa essere una vera donna: mestieri di casa, cura dell’uomo e una certa dose di autolesionismo. Wow, che messaggio in perfetta sintonia con la Convenzione di Istanbul contro gli stereotipi alla quale lo Iap ha aderito!
L’operazione della Pepe, che si avvale di inquadrature moderne, musica accattivante, cucine tecnologiche di altissimo costo, ragazze magre, ben vestite e dinamiche, è la peggiore manipolazione che abbiamo mai visto. Un’operazione subdola che serve a nascondere il messaggio sessista che serve loro a spingere le donne ad acquistare i loro prodotti.
Lo Iap non si è accorto di questo?
Avete pubblicato un intero Quaderno dedicato al trattamento della figura femminile in pubblicità, ma al momento sembra che per sessismo voi intendiate più che altro la volgarità, come mostrate anche nei manifesti che illustrano al pubblico il vostro operato.
La volgarità è solo l’aspetto più facile da decifrare del sessismo.
Dopo decenni in cui vi occupate del fenomeno ci sembra che avreste dovuto già andare oltre l’ovvio e comprendere, ad esempio, che nel caso del video “Woman” ci troviamo di fronte a un imbroglio molto ben congegnato.
Probabilmente vi ricordate le vecchie réclame della Pepe, con lo slogan “Who is Patrizia?”
Patrizia quindi è un manichino anonimo col volto coperto da oggetti ridicoli. La donna è umiliata. Con questa vi chiediamo di riaprire il caso Patrizia Pepe alla luce di quanto abbiamo scritto.
Terminiamo preannunciando che poiché il Vs. Istituto è l’unico con la facoltà di monitorare e censurare le pubblicità sessiste, cosa che dite di impegnarvi a fare, ma che noi non consideriamo messa in pratica con sufficiente frequenza, è nostra intenzione scrivervi spesso per sollecitare un vostro urgente cambio di passo.
Avete risposto a un’iscritta che protestava per telefono che eravate stanchi di lamentele. Non si tratta di lamentele ma di proteste che richiedono una risposta ben precisa.
In attesa di una Vs. risposta inviamo distinti saluti.