La scorsa domenica pomeriggio decisi di fare una passeggiata tra le strade cittadine, giusto per staccare da un fine settimana poco rilassante, passato tra pareri e memorie difensive.
Io adoro leggere e trovare una libreria aperta mi fece preludere un'ora di piacere assicurato. Mai altro pensiero fu più smentito di così.
Infatti, sbirciando tra le promozioni dei classici e le nuove proposte, e passando da un reparto all'altro del negozio, dalla Storia alla Filosofia, dal Turismo alla Cucina, finii lì, lì dove decisi di non fermarmi mai; lì, in quel compartimento definito con l'improprio nome di "PSICOLOGIA", così improprio da far accapponare la pelle a Jung o Piaget.
Chi avrebbe mai detto ai padri miliari di questa scienza che ciò che veniva definito come
"lo studio dell'anima", ora non è altro che uno scaffale pieno di generalizzazioni, presunzioni e stereotipi?
A loro, che tanto si sono domandati sul genere umano, viene proposta
la più alta espressione di banalizzazione.
Una accozzaglia variegata di fogli (incredibilmente, anche questi li chiamano libri), incollati ad altrettanta opinabile serie di copertine, su cui poggia sempre lo stesso argomento verso lo stesso destinatario:
come sopravvivere, in quanto donna, alle "difficoltà maggiori" della vita, quali la scelta dell'abito da sposa, la fine di un amore o la ricerca del principe azzurro.
Ecco i libri del reparto di Psicologia: titoli semplici dai colori brillanti e immagini di impatto, come bocche rosse con lecca lecca in sovraimpressione.
Famosa, a quanto pare, è la fortunata collana di libri di Sherry Argov (si, proprio una donna), che con volumi come "
Falli soffrire" e "
La magnifica stronza", spiega il perchè gli uomini lasciano le brave ragazze e come trasformarsi in una perfetta "bitch" da sposare.
250.000 copie vendute, 250.000 brave ragazze in meno.
Un altro esempio, questa volta di penna maschile, è "
Bastardo: istruzioni per l'uso".
L'indice che si apre davanti ai miei occhi stila una serie di consigli su come le donne possono intercettare e soddisfare i bisogni ed i piaceri maschili.
Si passa dalle tecniche di seduzione ed
approccio sessuale, alle strategie per
assicurarsi la mano dello sposo e l'anello al dito, a quelle ancora di acquisizione di autonomia finanziaria per essere
più appetibili come mogli.
Altro che 50 sfumature di grigio!
L'uomo, soggetto-oggetto di conquista, è l'unico a rivestire un ruolo rilevante nella coppia. La donna è votata a lui in tutto e per tutto, pronta ad essere addomesticata per ogni evenienza.
E chi sarà il
pater di questa opera letteraria?
Ma è ovvio: Steven Santagati, ex modello per brand come Armani e Gillette e protagonista di oltre settanta
spot pubblicitari; ospite fisso come “consulente maschile” di molte trasmissioni tv
americane, scrive inoltre su Men’s Journal.
Il suo libro, da me citato, è nato dal suo cliccatissimo sito ed è descritto come un grande bestseller.
L'autore di ciò che si è, dunque, rivelato un "capolavoro" ha la presunzione di credere che avvisi di questo tipo possano incentivare dialogo e comprensione tra generi, tra uomini e donne, o meglio tra maschi e femmine.
La puntualizzazione è dovuta, soprattutto quando uno dei più alti consigli, posti più sotto forma di comando che altro, è quello, ad esempio, di sfruttare al meglio il proprio seno, poichè, testualmente,
"in quella giungla che sono le relazioni, per vincere dovete utilizzare ogni freccia al vostro arco. Farci girare la testa usando le tette è una di queste".
Di seguito, solo una piccola parte della dettagliata classificazione delle misure di seno e dei relativi avvertimenti, diversi a seconda della taglia posseduta:
Dopo letture del genere, non puoi voler altro che rifugiarti tra i classici del passato, tra le bocche parlanti - e senza lecca lecca - di Mary Wollstonecraft o Virginia Woolf.
E dire che il mondo del libro, della lettura
e dell'editoria è sempre più al femminile.
Le donne leggono di più e
comprano sempre di più, tanto che Maurizio Bono su La Repubblica le ha chiamate sovrane lettrici, perchè "se le donne smettono di comprare libri, è morta l’editoria".
Inoltre, secondo una recente fotografia dell'Associazione Italiana Editori (AIE), il mondo femminile sta pian piano ricoprendo il 50% delle funzioni dirigenziali o direttive.
Ma, purtroppo, nonostante questo, l'editoria non vuole bene alle donne...e neanche le lettrici se ne vogliono granchè.